Storia dei genitori di Lucia

La nostra storia inizia a Palermo il 1 marzo 2011. E quella data segna l’inizio della nostra più grande felicità, la nascita della nostra Lucia. Fin dal momento della sua nascita i pediatri si sono accorti che c’era qualcosa di diverso dal solito ai genitali, avendo notato quello che identificavano come un “clitoride ipertrofico”. La nostra bimba è stata subito ricoverata in neonatologia perché per prima cosa volevano escludere che si trattasse di Sindrome Adreno-Genitale. La nostra angoscia fu grande: a poche ore dal parto, mi trovavo a pensare a quale sarebbe stata la sorte di mia figlia… Dopo aver escluso si trattasse di questa terribile malattia, ci diedero la notizia che il cariotipo della nostra bimba era XY e qui fu un’altra botta: avevamo parlato di nostra figlia al femminile fin dal quinto mese di gravidanza e adesso come dovevamo parlarne? Ci dissero che probabilmente si trattava di Sindrome di Morris e iniziarono a parlarci di esami genetici, risonanze, esami da fare, decisioni da prendere… Purtroppo nell’ospedale in cui nostra figlia è nata non avevano mai avuto casi del genere e non sapevano come comportarsi.

Inizialmente decisero di trattenerla fino a che non si fosse potuto procedere a un’assegnazione di sesso e quindi poterla rivelare all’anagrafe. E questo non ha che acuito le nostre angosce. Per me, da madre, era terribile non poter compiere un atto così scontato ma così significativo: dire al mondo, legalmente, che era nata mia figlia! E nel frattempo dovevamo fingere con gli amici e con i parenti che tutto fosse a posto, che si procedeva solo ad esami genetici. Nel frattempo, grazie all’enorme umanità di un responsabile dell’anagrafe, abbiamo potuto rivelare nostra figlia. Ringrazio Dio per aver messo sul nostro cammino lui e altre persone splendide. Una sera, presa dalla confusione, ho trovato il sito di AISIA e dopo aver letto altre storie e aver parlato con una mamma mi sono sentita meno sola. Sembra incredibile ma da quel momento ho trovato una nuova forza: l’unica cosa che importava era il benessere di mia figlia e per ottenere questo avrei fatto qualsiasi cosa.

Quando la nostra Lucia aveva 1 mese è stata eseguita una risonanza magnetica che ha evidenziato la presenza di due gonadi di cui non poteva essere stabilita la natura. Ma la sorpresa fu che era presente anche una struttura uterina. Nel frattempo l’endocrinologo che tuttora ha in cura nostra figlia ci consigliò di farla visitare a Roma, all’ospedale San Camillo, dove esiste un’equipe che ha una notevole esperienza in Disturbi della Differenziazione del Sesso. Abbiamo così incontrato medici non solo con una grande competenza ma soprattutto con una grande umanità. Dopo la visita fu eseguita a distanza di pochi mese una laparoscopia e il risultato ci ha notevolmente stupito: Lucia ha un’ovaia e un utero perfettamente normali. L’altra gonade in realtà era un tessuto non riconducibile né a ovaio né a testicolo e fu rimosso durante la laparoscopia.

Adesso il nostro percorso, almeno quello medico, è quasi terminato: non ci resta che eseguire un altro intervento di chirurgia plastica, per poter dare ai genitali un aspetto completamente femminile. Rimarrà sempre un mistero cosa ha provocato tutto questo, come sia stato possibile che, con un corredo genetico tipicamente maschile, si sia potuto sviluppare un fenotipo assolutamente femminile… Adesso a distanza di un anno posso dire che di quel periodo rimane solo un brutto ricordo. Mi è mancata la “normalità” delle prime ore insieme a mia figlia, mi è mancata la normalità del ritorno casa con lei, mi è mancata la normalità dei primi giorni da neo-mamma… Ma ricordo anche che ogni volta che sentivo perdere le speranze e avvicinarsi la tristezza, mi bastava guardare mia figlia per sentirmi meglio.